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Pasolini si confessa. Intervista nella presentazione del film "Il fiore delle Mille e una notte", Milano, 1974.

Immagine del redattore: Città PasoliniCittà Pasolini

Aggiornamento: 20 ore fa



Pasolini durante le riprese del film Il fiore delle Mille e una notte, a Isfahan, Iran, 1974 © Roberto Villa/Cineteca di Bologna/Tutti i diritti riservati

Siede di sghimbescio sul divano, come fosse a disagio: è la sua maniera di mettersi comodo e di rilassarsi. Parla a voce pacata, con una dizione che sarebbe perfetta se non ci fosse il neo di qualche leggere inflessione bolognese, e agita le mani di continuo, le stringe, le tormenta. Da come le muove capisci se la domanda gli è andata a genio oppure lo infastidisce; dal viso no, perché il viso, con la mascella forte e le guance scavate, appare sempre ansioso e insieme composto, e los sguardo, dietro le immancabili lenti scure, è triste anche quando ride, o meglio, sorride.


Tutto in azzurro, giacca, cravatta, camicia e jeans, Pier Paolo Pasolini, giunto a Milano per la presentazione in anteprima del suo ultimo film Il fiore delle Mille e una notte, acconsente di buon grado a parlare di sé (un pochino) e del suo lavoro (finché si vuole). ê un conversatore affascinante e cortese. L'idea della Trilogia (cominciata col Decamerone, proseguita con I racconti di Canterbury, conclusa con Le Mille e una notte gli è venuta per caso, mentre dalla Turchia tornava a Roma, dopo le riprese di Medea. In aereo ebbe un'illuminazione improvvisa: intuì che il popolo, che in Medea aveva rappresentato in chiave barbarica, primitivo tragico, sanguinario, poteva vederlo sotto una angolazione diversa: in chiave allegra, festante, gioiosa, anche erotica.


− Adele Ferrari: Crede allora che il successo di questi film sia dovuto alle numerose scene di erotismo?

− Pasolini: Non solo a quelle, ma è innegabile che l'interesse sessuale esiste, e prepotente, e vale l'interesse religioso, quello per la politica o per la letteratura. Considerato in sottordine, stabilire una gerarchia è assurdo. Certo, il sesso ha una naturale componente di morbosità, ma che c'è di male?


Pasolini spiega che la trilogia della vita esprime una realtà, esalta il privilegio del momento fisico, che è poi il primo passo verso l'amore.


− Si è mai innamorato, lei, Pasolini?

Non accade spesso di trovarsi in questo stato di grazia. a Me capitò, la prima volta a 23 anni. L'amore nacque da uno stimolo erotico, da un'attrazione istintiva, spontanea, come in genere nascono tutti gli amori. L'ideologia (per ideologia intendo il modo di concepire la vita) viene dopo. Com'ero da innamorato? Come sono adesso: passionale, geloso.


− Con Le Mille e una notte, finisce la rappresentazione dell'Eros?

Neanche per sogno. Il sesso avrà molta importanza anche nel mio prossimo film, che è di carattere ideologico. Si intitolerà Il cinema, il protagonista sarà Edoardo de Filippo. La trama? Un vecchio Re Mago vede la stella cometa che gli annuncia la nascita del Messia. A Napoli, ai giorni nostri. Il Re si incammina, percorre un itinerario che lo porta a Roma, Milano, Parigi, altre città, infine a Betlemme. Segue la cometa, che raffigura la sua ideologia (ma anche tutte le ideologie) e fa esperienza di una realtà che l'ideologia non aveva contemplato. Alla fine, si ritroverà deluso.


− Quali saranno le protagoniste?

Ancora non lo so, ma penso che ci sarà Silvana Mangano, l'attrice che prediligo e che è così vibrante, al di là della sua apparente freddezza, e quasi sicuramente Anne Wiazemsky.


− Che farà, poi?

Un film ispirato alla vita di San Paolo, seguita passo per passo attraverso gli Atti degli Apostoli e le Lettere. Sarà un'opera completamente, violentamene anticlericale. Paolo era un dissociato, sì, diviso in due: da una parte il santo, dall'altra il prete. E per sottolineare questa spaccatura, girerò il racconto in bianco e nero, e a colori. In bianco e nero la parte che riguarda Paolo, il santo; a colori la parte che riguarda Paolo il religioso, schizofrenico e con una spaventosa sessofobia. Si chiamerà Bestemmia, in quanto doppiamente blasfemo, perché contro la Chiesa e perché ritengo che ogni forma di santità sia blasfema: il sacro spesso è sacrilego, nei riti benedizione e maledizione vanno insieme.


− Che ambientazione darà al suo film?

Il film parla di San Paolo, ma un santo e un religioso visto oggi, nelle città attuali: così New York sostituirà la Roma di allora, Parigi sarà al posto di Gerusalemme, e la Roma moderna rappresenterà Atene.


− Ha già pensato al protagonista?

Sì, dovrà essere un grandissimo attore; ho già in mentre quattro o cinque nomi.


− I suoi progetti immediati si fermano a Bestemmia?

No, penso a un altro film da fare in Marocco, il tema viene direttamente da tre tragedie di Shakespeare.


− Un'ultima domanda: che cosa pensa, Pasolini, dell'amore?

L'amore è importante quando non è sentimentale, ed è difficile che possa essere autentico perché gli uomini e le donne difficilmente sono autentici. Per quanto mi riguarda, ho scritto una tragedia, Bestia da stile, che è uno scatto d'ira contro la letteratura perché mi ha impedito di manifestare ed esprimere i miei sentimenti più sinceri.





Pier Paolo Pasolini. Pasolini si confessa. Progetti? Eduardo sexy e S.Paolo anticlericale. Il regista, a Milano per presentare il suo nuovo film, "Il fiore delle Mille e una notte", ha rivelato clamorose idee, anche sull'amore, in uno schietto colloquio. intervistato da Adele Ferrari, in Il Corriere della sera, 21 giugno 1974, p.15.

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