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Pier Paolo Pasolini durante le riprese dell'episodio La ricotta, parte del film collettivo ROGOPAG, 1962 © Bettmann/Getty Images/Tutti i diritti riservati

Articoli, recensioni d'epoca, testi sul cinema di Pasolini

"Con Pier Paolo quest'amicizia c'è stato appunto modo di gestirla, consumarla, assaggiarla. C'era un affetto vero che è rimasto intatto anche dopo l'episodio di Accattone. Di Pier Paolo la cosa che mi ha colpito subito e quel qualcosa di predestinato che sentivi in lui, che ti comunicava. Portarlo in proiezione era una gioia. Si entusiasmava, magari anche per le code nere. Aveva una generosità che rendeva impossibile, conoscendolo, non volergli bene. E aveva sempre opinioni acute, penetranti, che mi servivano."

Federico Fellini. Da “Io, un monello che ama trasgredire” in “L’Unità” 20 ottobre 1993, p.6

"Io sono comunista, e nella vita sono insieme con gli operai che lottano per la loro libertà e i loro diritti. Però non posso per questo rinunciare alla mia libertà e al mio diritto di raccontare fiabe [...] E raccontando le mie libere fiabe, non voglio scandalizzare solo i piccolo-borghesi, ma anche i piccolo-borghesi comunisti! [...] I giovani che disapprovano da sinistra il sesso e la gioia di vivere sono figli dei vecchi che li disapprovano da destra [...] Bisogna avere la libertà di raccontare storie politiche, non l'obbligo di raccontare storie politiche!"

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Pier Paolo Pasolini. “Trilogia della vita. Le sceneggiature originali di Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il Fiore delle Mille e una notte". Garzanti, 1995. pp. 672-673

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Il cinema di Pasolini

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