Pier Paolo Pasolini dirige Silvana Mangano e Franco Citti nel film Edipo re, durante le riprese in Marocco, 1967 © Bruno Bruni/Reporters Associati/Tutti i diritti riservati
I film migliori vengono quando si parla di meno. Con Fellini, non è che parlavo tanto, pochissimi. Io chiamavo ogni tanto Pasolini, e gli dicevo a che punto erano i costumi. Così è nato il famoso manto di conchiglie della Mangano, che tutte le volte che la vedo, anche se venti giorni fa, mi parla di questo manto.
Io non ho mai visto una professionista come la Mangano nella mia vita, mai. In "Teorema", è stata cinque ore da Capucci in piedi. Cinque ore! Tu non sai cosa sono le altre! Ferma lì a provare non ha detto mai niente, ha chiesto solo un thè alla fine perché stava per svenire.
E in Africa, per l'"Edipo re" a cinquanta gradi, sulla carriola con mille negri dietro, vestita con un cappello che pesava cinquanta chili e con il manto pieno di conchiglie, tutta bianca, gessosa... pensa che i primi piani li han dovuto rifare a Roma, perché il trucco colava.
Lei era molto affezionata a Pier Paolo.
Ti racconto un aneddoto: l'anno scorso, a Tahiti in una spanna, in mezzo alla foresta c'era una riunione. Siamo andati lì perché doveva venire un cantante tacitiano vecchissimo, di cui ho un'incisione a casa, che doveva cantare delle canzoni polinesiane antiche. Era un famoso poeta, ed era venuto vestito in una maniera incredibile, con cinquecento ragazzini attorno. Si è seduto, ed ha cominciato a cantare. Erano le cinque del mattino. E cantava come una nenia, delle canzoni incredibili, e poi cantava delle canzoni francesi, importate dai francesi in Polinesia, e c'è stato un momento che ci siamo guardati io e Silvana, (sembra letteratura questa) ed abbiamo detto: c'è Pier Paolo qua. Avevamo proprio la sensazione che fosse lì con noi. Era presente.
Danilo Donati in "Teoria e tecnica del film in Pasolini" di Antonio Bertini, Bulzoni (1979)