Pasolini sul massacro del Circeo: Delitti come questi avvengono anche altrove?Non solo a Roma, ma solo in Italia.
- Città Pasolini
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min
Lo scrittore Pier Paolo Pasolini, che recentemente si è occupato sul Corriere della Sera dei problemi legati alla gioventù criminale, è autore di due celebri romanzi che – seppur ambientati in contesti differenti – indagano a fondo la tematica e la degradazione dei cosiddetti ragazzi di vita. A lui Epoca ha chiesto perché questo tipo di delitto sia avvenuto a Roma, e per quale motivo i giovani dei Parioli – autori del crimine – manifestino una così spaventosa vocazione alla violenza e al sopruso politico. Infine, gli è stato chiesto se questo genere di delinquenza, da cui ha avuto origine il crimine del Circeo, sia riscontrabile anche in altri Paesi o se invece sia strettamente legato a una specifica realtà della società italiana contemporanea:
"La metà dei giovani italiani è composta da bravi ragazzi – forse anche più della metà. Tuttavia, essi appaiono grigi, nevrotici, introversi. E l’infelicità, come afferma Spinoza, è uno stato di inferiorità del cuore umano. L’altra metà dei giovani italiani, invece, può essere definita criminaloide: il prodotto del fallimento della tolleranza – una tolleranza, sia chiaro, falsa.
Il fenomeno non è esclusivamente romano. Certamente, Roma – città di ceti medi burocratici e ministeriali (vecchie bustarelle, vecchi intrallazzi, antichi clientelismi) e di masse sottoproletarie – rende il fenomeno nazionale dell’infelicità e della criminalità ancora più impressionante. E persino tragico per chi si trova a constatare che quella che un tempo era considerata la città più simpatica del mondo è divenuta, oggi, la più ripugnante.
La borghesia è sempre razzista. Ecco perché i borghesi sottolineano l'importanza del delitto dei neofascisti dei Parioli: in tal modo si rendono complici di quel crimine. Il loro interesse per la mostruosità dei propri figli è colpevole, poiché anche nel male esso implica il privilegio. Un delitto analogo, commesso da giovani sottoproletari, è passato quasi sotto silenzio. Due giovani di Torpignattara hanno ucciso selvaggiamente un automobilista, spaccandogli la testa sull’asfalto. Eppure questo delitto – sebbene altrettanto tipico quanto quello dei pariolini – ha suscitato scarso interesse. Si dà per scontato che i giovani di borgata siano delinquenti. E poi è meglio tacere: condannarli potrebbe significare essere etichettati come nemici del popolo, e i comunisti potrebbero offendersi.

Pier Paolo Pasolini nella torre di Chia, Viterbo, , ottobre 1975 © Dino Pedriali/Tutti i diritti riservati
In realtà, la criminalità dei neofascisti dei Parioli e quella dei teppisti sottoproletari condividono una medesima origine: la distruzione dei valori tradizionali, causata non da una rivoluzione intellettuale o operaia, bensì dalla rivoluzione di destra del consumismo.
In questo senso, si potrebbe pensare che il fenomeno sia analogo a quanto accade in altri Paesi capitalistici. Ma non è così. Si tratta di un fenomeno strettamente italiano. Solo in Italia, l'acculturazione – cinicamente distruttrice di valori, e quindi di moralità e umanità, seppur tradizionali – avviene oggi. Negli altri Paesi, essa è avvenuta precedentemente, attraverso l’unificazione monarchica, la Riforma protestante, la rivoluzione borghese, e infine la prima industrializzazione. Questo fa sì che, negli altri Paesi capitalistici, la delinquenza legata al consumismo si diffonda all’interno di un contesto culturale infinitamente più elevato e maturo, risultando in qualche modo compensata.
Non è vero – se non in senso qualunquistico – che una coltellata valga l’altra. Le coltellate della malavita napoletana del dopoguerra (a cui faceva riferimento Compagnone in un nostro dialogo) sono ben diverse da quelle inferte dai neofascisti dei Parioli o dai nuovi sottoproletari romani, e queste ultime sono a loro volta diverse da quelle dei portoricani di New York. Si può, almeno in via ipotetica, scegliere: e sono certo che essere accoltellati da un neofascista pariolino o da un teppista di Torpignattara sarebbe l’ipotesi tenuta in minore considerazione."
Pasolini sul massacro del Circeo: Delitti come questi avvengono anche altrove? Non solo a Roma,ma solo in Italia su Tempo, 18 ottobre 1975, p.25.
Commenti