Pier Paolo Pasolini dirige Ninetto Davoli nelle riprese del film Il Decameron (1971) © Mimmo Cattarinich/Riproduzione riservata
Uno dei tanti epiloghi Ohi, Ninarieddo, ti ricordi di quel sogno... di cui abbiamo parlato tante volte... Io ero in macchina, e partivo solo, col sedile vuoto accanto a me, e tu mi correvi dietro; all’altezza dello sportello ancora semiaperto, correndo ansioso e ostinato, mi gridavi con un po’ di pianto infantile nella voce: «A Pa’, mi porti con te? Me lo paghi il viaggio?» Era il viaggio della vita: e solo in sogno hai dunque osato scoprirti e chiedermi qualcosa. u sai benissimo che quel sogno fa parte della realtà; e non è un Ninetto sognato quello che ha detto quelle parole. tanto è vero che quando ne parliamo arrossisci. Ieri sera, a Arezzo, nel silenzio della notte, mentre il piantone rinchiudeva con la catena il cancello alle tue spalle, e tu stavi per sparire, col tuo sorriso, fulminea e buffo, mi hai detto... «Grazie!». «Grazie», Ninè? È la prima volta che me lo dici. E infatti te ne accorgi, e ti correggi, senza perdere la faccia (cosa in cui sei maestro) scherzando: «Grazie per il passaggio». Il viaggio che tu volevi ch’io ti pagassi era, ripeto, il viaggio della vita: è in quel sogno di tre quattro anni fa che ho deciso ciò a cui il mio equivoco amore per la libertà era contrario. Se ora mi ringrazi per il passaggio... Dio mio, mentre tu sei in gattabuia, prendo con paura l’aereo per un luogo lontano. Della nostra vita sono insaziabile, perché una cosa unica al mondo non può essere mai esaurita. 2 settembre 1969
Pier Paolo Pasolini Uno dei tanti epiloghi da Trasumanar e Organizzar (1971)
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