"Pier Paolo era un artista, capace di essere un poeta ma anche un profeta, in grado di capire questa povera Italia come pochi hanno spauto fare. Sono orgoglioso di aver lavorato con lui e di essere stato l'artefice del suo debutto cinematografico.
Io ho amato il cinema di Pasolini per la sua creatività, per la poesia, per l'attenzione e l'amore nell'uomo e nei suoi sogni.
I film di Pier Paolo sono sempre stati capaci di parlare in tutte le lingue del mondo"
Alfredo Bini da 'Alfredo Bini, ospite inatteso'
Nella produzione cinematografica italiana il nome di Alfredo Bini occupa un posto non trascurabile, sebbene la sua attività più conosciuta e apprezzata sia circoscritta agli anni Sessanta. Bini inizia la propria attività proprio nel 1960, fondando la casa di produzione Arco Film e realizzando "Il bell'Antonio" di Mauro Bolognini, tratto dall'omonimo romanzo di Vitaliano Brancati. Sin da questo primo lavoro emerge la personalità ribelle del produttore, sordo persino ai richiami del Ministro dello Spettacolo Alberto Folchi che tenta di dissuaderlo dall'affrontare un argomento rischioso come quello dell'impotenza maschile. Ma il nome di Alfredo Bini è noto soprattutto per la lunga e intensa collaborazione con Pier Paolo Pasolini, che fa esordire nel 1960 con "Accattone" e del quale produce tutti i film sino a "Edipo re" del 1967. Bini difende le sue opera pubblicando nel 1969 un saggio dall'emblematico titolo "Appunti per chi ha il dovere civile, professionale e politico di difendere il cinema italiano". La parabola umana e professionale di Bini segue le sorti del cinema italiano. Gli ultimi anni sono vissuti nella solitudine e nell'amarezza. Questa è la storia di uno dei nostri produttori più coraggiosi e liberi.
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