Pier Paolo Pasolini durante le riprese del film "Il fiore delle mille e una notte", Moschea dei Venerdì, Isfahan (Iran) © Roberto Villa/Tutti i diritti riservati
In occasione del centenario della nascita del grande poeta, scrittore e cineasta italiano Pier Paolo Pasolini, la Fondazione Pejman presenta la mostra “Le mille e una notte di Pasolini” presso la Fabbrica Argo. Le foto e i filmati di questa mostra sono stati selezionati e raccolti con molta attenzione dal team curatoriale, concentrandosi sul film "Il fiore delle mille e una notte". Attraverso le fotografie di Roberto Villa la mostra offre la possibilità di immergersi nel profondo rapporto di Pasolini con l'Iran nel corso della sua attività di regia.
Il testo Le mille e una notte è il risultato del gusto e della fantasia di scrittori anonimi. È stata considerata una delle opere letterarie più universali di tutti i tempi. Si tratta anche di un libro molto popolare fra persone di diverse nazionalità, e anche una ricca fonte di riferimento, adattamento e creazione culturale.
Nei primi anni del cinema, Georges Méliès con Il palazzo delle mille e una notte e Farrokh Ghaffari con Shab-e Quzi (La notte del gobbo) tutte e due girate in Iran, furono i primi registi a utilizzare e adattare le storie di Le mille e una notte nei loro film.
Ma, tra questi adattamenti cinematografici, Il fiore delle mille e una notte di Pier Paolo Pasolini - noto anche come Le mille e una notte - è l'esempio più rilevante di tutti. Questo è l'ultimo film della Trilogia della vita (The Decameron, The Canterbury Tales e Arabian Nights) in cui Pasolini realizzò l'adattamento in modo del tutto fosse illimitato e personale. Il poeta cambiò la struttura convenzionale della narrazione di Scheherazade, eliminando così alcune impostazioni e implementato altri aspetti della sceneggiatura. Modificando anche i nomi dei personaggi da una storia all'altra e scambiando liberamente alcune parti da una storia all'altra. Insomma lavorando con il testo in modo libero.
Pasolini girò nei location reali e selezionò gli attori dalle strade e dal mercato, utilizzando la splendida architettura di Isfahan, gli antichi grattacieli di fango di Sana'a e l'assoluta solitudine dei deserti, così Pasolini ha creato un'atmosfera misteriosa ed eterna. Oggi, anche dopo mezzo secolo dall'uscita del film, le immagini di questo film rimangono riferimenti preziosi, risorse chiavi per la ricerca.
Un raro caso quello del fotografo Roberto Villa, che compiette un viaggio di cento giorni come viaggiatore con la troupe di produzione del film per conversare - secondo lui - sul linguaggio del cinema con Pasolini. Il risultato di queste conversazioni è una raccolta di fotografie intriganti con dettagli etnografici dello Yemen e dell'Iran; una preziosa testimonianza dei sogni che il poeta/regista italiano ha interpretato magnificamente nei suoi film.
Opening: Friday June 10th 2022, from 3 PM to 8 PM
Visiting hours: Every day 3-8 PM
The exhibition continues until September 9th, 2022.
No. 6, Behdasht St., Taghavi St., Ferdowsi Ave., Tehran
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