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Cinecittà, 1961. Dibattito sulla censura cinematografica. Parla Pier Paolo Pasolini


Pier Paolo Pasolini, Antonello Trombadori, Luchino Visconti e Francesco Maselli al dibattito sulla censura del film «Rocco e i suoi fratelli» alla sezione PCI di Cinecittà. Roma, 9.12.1960 © Rodrigo Pais/Archivio Università di Bologna/Tutti i diritti riservati

La registrazione, effettuata presso la durante un dibattito contro la censura di "Rocco e i suoi fratelli", vanta tra i partecipanti il critico e politico Antonello Trombadori, Pier Paolo Pasolini e i registi Luchino Visconti, Francesco Maselli e Michelangelo Antonioni.

Abbiamo fatto la trascrizione dell'intervento di Pier Paolo Pasolini, andata in onda il 9 ottobre 2018 alle 19:00 nel programma RAI Hollywood Party "Pasolini contro la censura"


La censura colpisce Rocco e i suoi fratelli. Dibattito sul tema in un locale romano © Istituto Luce Cinecittà





"Voi sapete che una classe domina un'altra non soltanto la violenza, non soltanto attraverso le armi del carcere o della repressione propria ma anche attraverso un arma molto più difficile, complicata e sottile alle volte diabolica, che si chiama influenza ideologica. Questa influenza ideologica viene attuata in mille modi e da infiniti aspetti.

Pochi giorni fa ero in Calabria [...] come caso d'influenza ideologica dell'Italia sottosviluppata. Ma l'influenza ideologica ha degli aspetti più raffinati, per esempio l'altro giorno alla Garbatella, in un convegno come questo, uno degli spettatori mi ha rivolto una domanda, un po' simile a questa. Non era d'accordo con me dal punto di vista ideologico, era un avversario anzi. Ma la sua domanda è da prendersi in considerazione.

Mi ha chiesto, va bene, da "Rocco e i suoi fratelli" è stato censurato in parte, alcuni metri di pellicola sono stati oscurati, mi pare o si chiedevano dei tagli. Bene, questi oscuramenti, questi tagli, mi diceva questo tale, riguardavano soltanto le parti sessuali. Ciò non toglie che poi gli spettatori vedano l'intero film e poi e anche l'impegno di questo film [...] Era una domanda mica tanto irragionevole, dal punto di vista di una persona semplice. Ma era una domanda tipicamente da una persona che appartenendo alla classe operaia era influenzato ideologicamente [...]

Le cose stanno così, tagliando alcuni pezzi di "Rocco e i suoi fratelli" il pubblico che può andare a vedere il film, vedrà comunque un'opera intera, con i suoi problema sociali, con la sua denuncia sociale ecc ecc. Però intanto, i censori, con appunto astuzia diabolica, degna soltanto di persone che da duemila anni governano una nazione, e soltanto loro possono avere appunto un'esperienza così diavolica.

I censori, facendo dei taglietti su "Rocco e i suoi fratelli" non sono riusciti, non ce l'hanno fatta per la protesta violenta da parte nostra, a togliere di meglio il film. Quindi il film è stato proiettato ugualmente, ma intanto però hanno preventivato e hanno raggiunto al meno tra scopi: il primo scopo è quello di intimorire i produttori, possiamo essere sicuri che il produttore che ha prodotto "Rocco e i suoi fratelli", prima di rifare un film del genere si ci penserà due volte e probabilmente non lo farà; il secondo scopo che hanno raggiunto è quello di indirizzare male il pubblico, perché il pubblico ormai, al vedere "Roco e i suoi fratelli" ci va attratto dalla famosa scena delle mutandine e tende a ignorare o a percepire male tutto il resto, diabolico, ripeto; terzo scopo che ottengono è quello di gettare il discredito sul regista, e quindi di rendere molto meno attendibile quello che egli dice.

E questa è una esperienza che purtroppo ho fatto anche di persona, hanno scatenato una campagna violentissima di discredito contro di me e io infatti vedo che l'influenza di questa campagna ha ottenuto i suoi scopi. Non soltanto preso, dico le masse piccolo borghesi che potevano avere già le stesse opinioni pseudo-moralistiche ecc ecc ,cioè la morale dettata dal buonsenso da cui parlava prima Antonello Trombadori, ma anche tra masse diciamo così progresiste, cioè l'effetto di questa influenza ideologica è stata raggiunta. Quindi per concludere, per rispondere la sua domanda, concludo dicendo che l'influenza ideologica possiede varie armi, fino a un secolo fa possedeva le prediche del parroco, e bastavano queste, dopo è seguita la stampa, dopo la radio e dopo la televisione.

Tutte queste armi, la predica del parroco, stampa, radio e televisione, sono, eccettuata la stampa, completamente nelle mani della classe dirigente dello Stato. L'unica arma che non è completamente nelle mani della classe dirigente è il cinematografo, perché il cinematografo lo fa Luchino Visconti, lo faccio anch'io, cioè lo fanno delle persone che non sono dalla parte della classe dirigente, della classe dominante italiana di questi anni.

Ecco perché, hanno nella classe dirigente in questo momento, puntato la sua rabbia, il suo livore, contro il cinematografo, lasciando un po' perdere la stampa, dato che da un po' di tempo la stampa è stata sorverchiata come potenza di difusione del cinematografo [...] hanno chiamato appunto il cinema, strumento formidabile. Se ne rendono bel conto che è uno strumento formidabile, ecco perché essi cercano di soffocarlo o di impadronirsene completamente.

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