Il 21.10.1969 moriva Jack Kerouac.
Lo scrittore della Beat Generation fu proposto da Pasolini per interpretare il ruolo di Cristo nel film "Il Vangelo secondo Matteo".
Jack Kerouac, 1963 / James Oliver Mitchell, photographer. Mark Green papers, 1954-1991, bulk 1954-1978 © Archives of American Art, Smithsonian Institution/Riproduzione riservata
Trovati gli apostoli, Pasolini doveva incontrare Cristo.
La sua prima idea fu da affidare la parte a Evgenij Aleksandrovič Evtušenko, il giovane poeta sovietico, ex ballerino e cacciatore, che dopo aver impersonato l'entusiasmo degli anni del disgelo vive ora appartato e silenzioso, quasi in disgrazia. Evtušenko è un giovane alto e biondo, la faccia un po' asiatica (è nato infatti sul confine della Mongolia), e non è facile, pensando a una sua fotografia, immaginarlo nei panni di Gesù.
Ma Pasolini convinse il suo produttore, Alfredo Bini, e la trattativa venne avviata. Dopo qualche settimana, tuttavia, al termine di uno scambio di lettere, fu chiaro che la posizione politica di Evtušenko (che l'anno scorso fu pubblicamente sconfessato da Chruščëv per le sue intemperanze) non gli avrebbe permesso un lungo soggiorno in Italia.
Pasolini ripiegò allora su Jack Kerouac, lo scrittore beatnik che con William Burroughs è il maggior rappresentante della letteratura d'avanguardia degli Stati Uniti. Kerouac è di origine pellerossa, è stato varie volte in clinica a rimettersi dall'abuso di alcol, ha oltre quarant'anni.
L'equivoco era nato qui, dal fatto che Pasolini aveva visto una sua foto di parecchi anni fa e gli era parso che l'autore dei Sotterranei avrebbe potuto essere un Cristo credibile. Ma più tardi, quando Kerouac (un po' sorpreso ma entusiasta) aveva risposto alle lettere di Bini accettando e accludendo alcune foto più recenti, Pasolini capì che Cristo era ancora da trovare.
Dall'articolo "I dodici apostoli al Premio Strega" 21.06.1964 © L'Espresso
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