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Immagine del redattoreCittà Pasolini

"Lo so, sono un amico difficile e scomodo, ma non gettatemi a mare" Pasolini


Pier Paolo Pasolini a casa sua, Roma (1975) © Mimmo Cattarinich/Rproduzione riservata

Roma, 1975.

Una delle ultime immagini di Pier Paolo Pasolini nella sua casa. Lo scrittore tragicamente scomparso nel novembre 1975, scriveva dieci anni prima a don Andrea Carraro:

"Lo so, sono un amico difficile e scomodo, ma non gettatemi a mare giudicandomi da un'opera non fatta"

Pasolini si riferiva al film "Uccellacci e uccellini" e alle riserve che il sacerdote aveva espresso sulla sceneggiatura. Tutti i protagonisti sono scomparsi, morto don Giovanni Rossi, e proprio un anno fa, nello stesso periodod della tragica fine di Pasolini. Morto anche don Andrea Carraro, un sacerdote che aveva particolarmente collaborato alle fatiche cinematografiche del regista, assitendolo come consulente ed amico,e accompagnadolo anche a Terrasanta durante la lavorazione del "Vangelo secondo Matteo". Quanto a Lucio Caruso, egli e ora in Africa, dove si svolge da medico una attività di misionario laico.

Restano le lettere, cioè una testimonianza necessariamente frammentaria e tuttavia illuminante: la rivelazione dell'incontro fra l'artista e la religiosità intessuta di luci e di ombre, profondamente contrastata e sofferta ma che ci scopre un uomo, un poeta, sorprendente e sconosciuto, capace di umiltà umiltà imprevedibili e di entusiasmi di un ragazzo. Un Pasolini chiaramente in lotta con se stesso e senza dubbio sincero: un personaggio che può essere definito, meglio che son un lungo discorso, con una frase scritta da lui stesso in una delle lettere: "lo so, sono un amico difficle e scomodo..."

Da "Gente" (1975) p.34
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